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LA PALAZZINA DI CACCIA DI STUPINIGI

LA CORTE DEI MATRIMONI SOLENNI E FESTE GRANDIOSE?

LA PALAZZINA DI CACCIA DI STUPINIGI

Dimora prediletta dai Savoia per le battute di caccia, certo, ma anche per feste di corte. La dimore storica , simbolo di amore eterno è la cornice più romantica  scelta dalle coppie di sposi piemontesi. Al contempo contemporanea e favolosa per riportarci nel sogno degli antichi anni regali.

La Residenza Sabauda edificata a partire dal 1729 su progetto di Filippo Juvarra, la Palazzina di Caccia di Stupinigi è uno dei gioielli monumentali di Torino. Proprietà della Fondazione Ordine Mauriziano, dopo importanti lavori di restauro, è oggi un museo aperto al pubblico. La Palazzina di Caccia  che è uno dei complessi settecenteschi più straordinari in Europa, ha piena dignità museale con i suoi arredi originali, i dipinti, i capolavori di ebanisteria e il disegno del territorio.

La costruzione della Palazzina di Caccia inizia nel 1729 su progetto di Filippo Juvarra, e continua fino alla fine del XVIII sec. con  interventi di ampliamento e completamento di Benedetto Alfieri e di altri architetti quali Giovanni Tommaso Prunotto, Ignazio Birago di Borgaro, Ludovico Bo, Ignazio Bertola.Testimonianza eccezionale dello spirito del tardo Juvarra e di Benedetto Alfieri, si specchia e ritrova nel rococò internazionale delle residenze reali europee. È luogo di loisir per la caccia nella vita di corte sabauda, sontuosa e raffinata dimora prediletta dai Savoia per feste e matrimoni durante i secoli XVIII e XIX, nonché residenza prescelta da Napoleone nei primi anni dell’800. Di grande importanza fu poi la festa del 1773 per il matrimonio tra Maria Teresa di Savoia e il conte d’Artois (il futuro re di Francia Carlo X)[4]. Fra gli ospiti vanno ricordati almeno l’imperatore Giuseppe II, nel 1769[5], lo zarevic Paolo Romanov (futuro zar Paolo I) e sua moglie nel 1782[6], e il re di Napoli Ferdinando I di Borbone. con la moglie Carolina, nel 1785.[7]Agli inizi del XX secolo è scelta come residenza dalla Regina Margherita.